Sangue di Giuda di Graziano Gala
Prima di scrivere questa pagina ho dovuto elaborare sia la storia che il saluto, momentaneo, a Giuda. E quindi, se questa recensione (o come volete chiamarla) vi potrà sembrare diversa dalle altre, sappiate che nasce già diversa.
La storia che Graziano Gala ha raccontato potrebbe essere una storia assurda, potrebbe essere una elucubrazione mentale del matto del paese. Giuda, questo il nome con cui viene chiamato, vive in Puglia in un paese simile a molti altri: Merulana. Giuda conosce i segreti dei suoi compaesani, conosce quel che accade per le strade, soprattutto di notte, può conoscere anche le cose che non si devono raccontare.
A Giuda è accaduto qualcosa molti anni indietro, qualcosa che gli ha cambiato la testa, il modo di vivere e di agire. Qualcosa che lo ha costretto a diventare quella persona che troviamo davanti al Commissario a parlare, suscitando l'ilarità sua e degli altri agenti. Avrebbe continuato a vivere con il suo gatto, Ammonio, nella sua casa piccolina, tranquillo e senza disturbare nessuno, se non fosse sparito il suo Mivar. Il televisore con il tubo catodico, senza telecomando, che trasmetteva sempre e solo Pippo Baudo.
Era l'unica cosa che poteva continuare a far dormire Giuda nel suo letto. Sparisce il Mivar e sparisce la tranquillità di Giuda.
"L'altra sera s'hann arrubbato 'o televisore. Io una sola cosa tenevo qua, a galleggiare dintra 'a stanza: 'o televisore."
Giuda, ormai anziano, trattato da sempre dai suoi compaesani come lo scemo del villaggio, la persona da deridere e da insultare, il bersaglio ideale degli scherzi, è il perfetto capro espiatorio per ogni cosa che accade in paese. Giudariello, Giudariè, Giuda Iscariota, Iscariota, Giuda. Lui aveva la sua tranquillità: il Mivar con Pippo Baudo, il gatto Ammonio e Angiulina, la moglie, che non è fisicamente con lui, è sparita nel nulla da tempo, ma è nel suo cuore e nella sua mente sempre! Il furto del televisore cambia completamente la routine, rompe la tranquillità. Inizia il silenzio che fa paura a Giuda.
Gala riesce a dare un ritmo quasi musicale alla storia. Se dovessi indicare il genere sarebbe un rock, non molto duro, ma abbastanza potente. Giuda racconta la vicenda, che parte dal furto del televisore, in un dialetto pugliese misto ad altro, comprensibile, duro, pungente, doloroso ma anche divertente. Diverte laddove racconta cose gravi, che a pensarci dopo, non dovrebbero fare divertire! Eppure, vi posso assicurare che, chiudendo il libro, il sorriso è l'espressione che ho avuto più a lungo in volto.
Mi ha fatto pensare molto, la lettura di questo libro. Mi ha fatto pensare a quanto sia vera la frase "ogni soggetto porta la sua croce e gli altri non potranno mai comprenderne il peso". Mi ha fatto pensare a quanto sia facile giudicare il comportamento delle persone, soprattutto dei più fragili. Mi ha fatto pensare a quanto sia facile essere prepotenti con chi non ha modo di reagire. Ho gradito molto il lato ironico, ho amato il modo di parlare di Giuda.
Forse per me è stato facile leggere e comprendere la lingua perchè quel dialetto non è molto diverso dal mio. La lingua di Giuda rende tutto più leggero, meno difficile, apre il sorriso e così ti porta dove vuole lui. Ti dimostra come sia facile ridere della sofferenza.
Il suo nome non è Giuda, ma lui non ricorda più quale sia il suo vero nome. Ha subito un battesimo Giuda, un battesimo a cui non è seguita una festa, ma dopo quell'evento lui non ha più ricordato il suo vero nome.
Quando scrivo una recensione, un parere, un giudizio (o come vogliamo chiamare quel che scrivo qui) la domanda che mi faccio è: consiglieresti la lettura di questo libro? e se si, perchè? La mi risposta in questo caso è perchè bisogna "ascoltare" il racconto di Giuda, farsi prendere per mano, correre con lui per le vie di Merulana, vivere l'esperienza che lui ha vissuto ed arrivare fino alla fine.
Solo lì, nelle ultime pagine, che leggerete d'un fiato, capirete perchè questo libro è un dono!
Ho anche capito perchè Fabio Stassi mi abbia indicato e consigliato la lettura di questo libro con così tanto affetto. E' più forte di lui, non riesce a sbagliare!
Graziano Gala nasce a Tricase il 19 settembre 1990. Vive a Milano, dove insegna Lettere in un Liceo delle scienze umane. Nel 2012 vince il premio "Lo scrivo io", indetto da "La Gazzetta del Mezzogiorno" nella sezione poesia. Il suo racconto "Variabili impazzite", viene inserito nella collana "Chi semina racconti 2", curato dall'associazione "Tha Piaza Don Chisciotte". Nel 2013 vince il premio speciale della giuria nel "Premio internazionale di cultura" indetto dall'AEDE (Association Européenne des Enseignants). Due suoi racconti vengono selezionati nel bando "Bollenti spiriti", indetto dalla Regione Puglia, dando origine al volume collettaneo "Parole battute". Si qualifica terzo al "Premio Nazionale Bukowski" di Viareggio. Nel 2016 il suo racconto "Sabotare il silenzio", viene pubblicato in un'antologia edita da "Testi&Testi" e vince il premio "Carlo Cultrera". Nello stesso anno un suo racconto viene selezionato dall'associazione "Onalim" e letto durante la Piano City Milano 2016 e nella scuola di scrittura "Belleville".
Vincitore del Premio Letterario Nazionale Città di Ceglie Messapica.