Sacrilegio di Alessia Biasatto

20.02.2022

"Tutto inizia con delle rinunce, e con la difficoltà nell'affrontarle. Ma se solo la gente sapesse il piacere con cui Dio conforta i monaci... bè, i monasteri sarebbero pieni così."

Cosa spinge una persona a recarsi in pellegrinaggio in un luogo sacro, ad impegnarsi nelle occupazioni utili al sostentamento di un monastero, a rinunciare agli agi della vita di tutti i giorni, se non una ricerca della fede?  

Nel leggere questo libro mi sono posta più volte questo interrogativo. E mi è stato chiaro che non può, la semplice curiosità, essere l'elemento cardine che spinge ad una impresa così difficile. Deve esserci qualcosa di più forte, di più importante, di più profondo.

Ed è qualcosa di veramente forte, importante e profondo quello spinge una donna a recarsi in un luogo sacro in cui è consentito l'accesso solo a pellegrini di sesso maschile, pena la scomunica. 

Alessia Biasatto in Sacrilegio immagina che Theodora, una donna appunto, riesca ad entrare nel territorio sacro del Monte Athos, facendosi passare per un uomo (Theodoros), cosa facile per la sua conformazione fisica, piuttosto androgina. 

Il Monte Athos esiste davvero, non è un luogo inventato. E' la penisola più orientale delle tre che compongono la regione Calcidica nella Grecia settentrionale, ed è un vero e proprio Stato autonomo posto all'interno della sovranità greca. Un lembo di terra che è ritenuto sacro dai monaci ortodossi, che vede la presenza di numerosi monasteri, manufatti e monumenti religiosi di immenso valore artistico, spesso edificati sulla sommità di piccole colline. Per poterci accedere serve un permesso speciale, che ha modalità complicate di ottenimento anche per i pellegrini ortodossi uomini. E' assolutamente vietato il permesso alle donne. Qualcuna ha tentato nel tempo di entrare, sfidando le regole dei monaci come, ad esempio, Malvina Karali, giornalista greca che pare esserci stata negli anni Novanta.

Theodora vuole andare sul Monte Athos non per capriccio, nè per dare scandalo e neanche per rivelarlo a discapito di tutto ciò che potrebbe derivarne in tema popolarità. Theodora ha desiderio di capire, vuole provare il sacrificio, forse anche il piacere del conforto che in quei luoghi si genera. Non vuole solo ascoltare i racconti come quelli dell'amato zio che spesso vi si recava per trovare serenità, ma vuole immergersi in quei luoghi, sentirne gli odori. Per anni si è preparata all'evento, ma i timori di essere scoperta sono molti e, per questo, cerca di evitare di stare insieme agli altri pellegrini.

Sin dalle prime pagine non ho potuto evitare di empatizzare con Theo, ammirandone il coraggio oltre che la tenacia. Grazie alla pianta che apre il libro ho potuto seguire il suo cammino e, aiutandomi con le immagini, ho cercato di immedesimarmi nella sua impresa.

Alessia Biasatto (foto presa dal web)
Alessia Biasatto (foto presa dal web)
Alessia Biasatto, triestina, classe '77, vive a Barcellona. Laureata in Scienze Politiche Internazionali, in Relazioni Pubbliche e specializzata in Creative Digital and Professional Writing alla London Metropolitan UniversityE' appassionata di viaggi ed ha un bel blog "Cronache xenofile da angoli di mondo" (clicca per visitarlo) dedicato ai viaggi esotici e poco convenzionali. E' appassionata di antropologia e geopolitica e questa passione esce forte dalle pagine di Sacrilegio, pubblicato da La Nave di Teseo nel 2021 che non è il suo primo libro. Il suo esordio letterario è datato 2019, con la pubblicazione della guida narrativa "111 luoghi di Trieste che devi proprio scoprire". Dal suo blog ho scoperto che nel 2011 ha curato l'esposizione "La Trieste di Magris" del Centro Cultura Contemporanea di Barcellona ed ha curato la sceneggiatura del documentario sulla scrittrice Giovanna Giordano, in uscita in questo anno. È traduttrice dallo spagnolo dello scrittore argentino Pablo Katchadjian e dello scrittore equatoguiniano Juan Tomas Avila Laurel.

Come dicevo, la passione della Biasatto per la geopolitica e per i viaggi, in questo romanzo, viene messo in evidenza. La sua dimestichezza con il territorio ed anche con quanto la storia e la cronaca assegnano al sacro Monte Athos e alla vita dei monaci ortodossi, è ben messa in risalto. Oltre a vivere questa avventura al fianco di Theo, ho potuto e dovuto approfondire tutto quanto mi trovavo davanti. Il viaggio è stato efficace sotto molti aspetti.

La scrittrice riesce a descrivere ed a far focalizzare a chi legge sia gli aspetti del territorio, durante le escursioni o i trasferimenti tra i diversi monasteri, sia quelli della vita interna ai monasteri. Belli i dialoghi con i monaci che hanno il compito di accogliere i pellegrini, durante i quali Theo (ma anche noi lettori) può percepire i sentimenti di devozione e metterli a confronto con i propri. Difficili i momenti in cui il bisogno di contatto con la "civiltà esterna" è forte e profonde le riflessioni che ne derivano.

"Persino un non credente sa che, da un momento all'altro, un imprevisto potrebbe irrompere e stravolgere tutti gli schemi elaborati da un uomo per la propria vita. Solo che la chiama casualità. Fa di tutto per non pensarci. Si dispera, rifiuta l'idea."

Durante il viaggio, ammetto, di aver temuto per le sorti di Theodora. Non per una questione di sopravvivenza, ma per una questione morale che fa riflettere molto. L'ortodossia è, per l'etimologia della parola stessa, strettamente legata al rispetto dei dogmi di una dottrina. Ancora di più se pensiamo agli Ortodossi della Chiesa Greca. Il loro credo non è lontano da quello cattolico della Santa Romana Chiesa per intenderci, ma nonostante molti tentativi di avvicinamento, l'unione non è mai stata attuata (l'annullamento delle reciproche scomuniche è avvenuto solo nel 1965), e rimangono forti le divergenze. 

Peraltro i tentativi di conciliazione tra il Patriarca di Costantinopoli e il Vaticano non sono apprezzati da tutti i monaci ortodossi, anzi sono stati avversati anche con maniere forti che da monaci non ci si aspetterebbe. E nel viaggio con la nostra Theodora ci troveremo in quello più "estremo" tra i monasteri, a Esfigmenou, sul quale campeggia una bandiera con su scritto "Ortodossia o morte".

Vedrete che la riflessione che consegue la lettura di questo libro, tocca sia l'aspetto dell'apertura del mondo ortodosso verso il mondo occidentale sia la concessione di permessi per il pellegrinaggio alle donne in quei luoghi sacri. Con sapiente ironia, la Biasatto ha voluto provocare con l'impresa di Theodora, mettendo in risalto come, anche le donne, possano avere necessità di ritrovare la propria spiritualità in quel luogo sacro. 

La resistenza dei monaci ortodossi è forte. I luoghi proibiti generano molta curiosità proprio perchè sono tali, e da qui i tentativi di violarli. La lettura di questo libro offre spunti di studio e di approfondimento necessari ed utili che suggerisco.

Ringrazio La Nave di Teseo per l'invito alla lettura di Sacrilegio perchè non solo la scrittura e l'impresa di Theodora mi hanno arricchita, ma mi ha regalato qualcosa in più da imparare e conoscere. 

https://www.instagram.com/raccontarerosi/