Poirot a Styles Court di Agatha Christie
Leggere questo libro della Christie è stato un doppio piacere. E' stato interessante sia scoprire come e quando fa il suo ingresso Monsieur Poirot nella letteratura giallista per eccellenza, sia fare questa scoperta insieme ad un gruppo di lettura creato ad hoc. Sicuramente non avrei letto questo libro se non fosse stato per il gruppo di lettura nato su instagram #leggiamoconeleele e, riconoscendo ancora più merito a chi lo ha ideato, per la curiosità suscitata a noi partecipanti. Le tappe e l'analisi degli elementi ci hanno fatto prestare maggiore attenzione ai particolari, cosicché scoprire chi era l'assassino è stato diverso e più divertente che leggerlo alla fine, quando viene rivelato da Poirot.
Questo coinvolgimento possono crearlo solo vere appassionate di lettura come Elena ed Elena (ho messo i link ai loro profili instagram), che ringrazio. Potrete trovare la loro recensione sul blog de La Pecora Grigia (cliccare sul link).
In realtà questo libro non rappresenta solo l'arrivo dell'ispettore Poirot nel mondo dei gialli ma, anche l'esordio nella scrittura della sua creatrice, Agatha Christie. La signora Christie aveva in famiglia altre due scrittrici, la madre Clara e la sorella Madge. Proprio una sfida della sorella che le disse "scommetto che non sei capace di scrivere un bel romanzo poliziesco" provocò in Agatha la crescente volontà di cimentarsi nella scrittura. Scrive lei stessa a margine del romanzo, che per scrivere la storia, prese spunto dalla conoscenza che aveva in tema di veleni acquisita durante il suo lavoro presso il dispensario del Red Cross Hospital di Torquay nel 1916, ed anche dall'Extra Pharmacopoeia di Martindale e da altri libri sui medicamenti e sui dosaggi. Racconta ancora la Christie che aveva bene in mente chi doveva essere la vittima così come l'assassino, ma non le era chiarissimo "come si sarebbe sbarazzato" della vittima.
Il romanzo iniziato nel 1916 viene pubblicato per intero nel Regno Unito il 21 gennaio 1921 (ha compiuto da poco 100 anni) ma prima ancora, nel 1920, a puntate sul "The Weekly Times" ricevendo non poche note di plauso e commenti positivi. Un particolare del racconto della genesi del primo di una lunga serie di gialli marcati Christie, sta nella scrittura del finale. La rivelazione dell'assassino da parte di Poirot ha avuto due versioni: la prima vedeva Poirot smascherare l'assassino in tribunale, durante il processo alla persona sbagliata, e la seconda, preferita e richiesta dall'editore, nella quale Poirot smaschera l'assassino in un salotto, alla presenza di tutti i protagonisti. Scena quest'ultima che diventa quasi un classico nei libri della Christie.
L'edizione di cui sono in possesso io, che celebra i 100 anni di giallo, è la prima a riportare (in un paragrafo messo alla fine del libro) anche il primo finale, originale ed inedito. Da lettrice mi permetto di dire che forse era più bella la prima stesura e cioè quella in cui Poirot viene chiamato al banco dei testimoni e lì rivela la sua scoperta. Ho pensato che da spettatore in un processo, se avessi assistito ad un fatto del genere, lo avrei ricordato per tutta la vita. Certo è che sarebbe stata una cosa inverosimile.
Altra "prima" che avviene in questo romanzo è la comparsa di Arthur Harold Hastings. Comparirà in altri romanzi della Christie ed affiancherà Poirot in altre indagini. Hastings è il tipico gentiluomo inglese, prudente ma dal carattere ingenuo sempre molto meno scaltro di Poirot. Poco si sa del suo aspetto fisico ad eccezione del fatto che probabilmente egli è atletico, in quanto Poirot sfrutta le sue abilità per catturare e mettere in sicurezza alcuni criminali. Hastings porta inoltre dei baffi, ma non curatissimi come quelli dell'amico investigatore (lo si evince in altri romanzi della Christie). E' la voce narrante e, scopriamo, che conosceva Poirot perchè si erano incontrati in Belgio qualche anno prima.
Accade che, nel corso della Prima Guerra Mondiale, il valente capitano Hastings dell'esercito di Sua Maestà, riporta delle pesanti ferite che richiedono un immediato periodo di riposo. Hastings così decide di accettare l'invito di un amico di vecchia data, John Cavendish, a trascorrere alcuni giorni nella splendida dimora di famiglia a Styles Court. Quello che doveva essere un momento di grande gioia, magari in ricordo dei tempi trascorsi, si trasforma in un dramma. La matriarca della famiglia che recentemente si era risposata con un misterioso e poco gioviale uomo di nome Alfred, viene uccisa per avvelenamento. Ci sono elementi sufficienti per pensare che l'assassino sia all'interno della stessa famiglia Cavendish, il che induce Hastings ad adoperarsi per salvare il buon nome della casata del caro amico. Per fare questo si avvarrà del supporto del valente investigatore Hercule Poirot, che per puro caso si trovava ad alloggiare in zona.
E' il terzo romanzo della Christie che leggo e forse quello che mi è piaciuto di più. Assassinio sull'Orient Express, ha certamente una bella storia e personaggi molto particolari, ma mi sono rovinata la lettura guardando prima il film. Non è stata una cosa voluta, ma il film mi piacque moltissimo. Poirot sul Nilo (letto insieme ad un altro gruppo di lettura!) invece l'ho trovato molto prolisso, con troppi personaggi e con una lungaggine incredibile prima di arrivare al fattaccio.
La prossima lettura sarà Gli Elefanti hanno Buona Memoria, non a caso inserita in foto.
Sono tentata di vedere il film tratto da questo libro, a cui fa riferimento l'immagine qui sopra. E' stato girato nel 1990 in Inghilterra ed è un film per la tv. Il titolo originale è The Mysterious Affair at Styles e Poirot è interpretato da David Suchet. Suchet dal 1989 al 2013 ha interpretato il detective baffuto nella serie tv inglese Poirot ("Agatha Christie's Poirot") di cui ho visto qualche episodio nella tv italiana. Suchet veste i panni di un Poirot estremamente fedele a quello descritto nei romanzi e nei racconti della Christie: dall'aspetto fisico allo stile dandy, dalla mania per l'ordine e la pulizia a quell'inconsapevole e sottile eccentricità che riesce a renderlo vagamente comico.
Ho visto qualche trasposizione con Poirot interpretato da Ustinov (Assassinio sul Nilo) e da Albert Finney (Assassinio sull'Orient Express 1974, reinterpretato nel 2001 da Molina) e, a mio modesto parere, non rendono l'idea del personaggio così come la rende invece Suchet. Non ho ancora visto nessun film interpretato da Kennet Branagh (2017 Poirot sul Nilo) e quindi mi riservo di esprimere la mia opinione quando avverrà!
(immagini prese dal web)