Ogni coincidenza ha un'anima di Fabio Stassi
Il rischio, raccontando di questo libro, è quello di dire troppo della trama, il che non è esattamente quel che deve succedere in un invito alla lettura.
Leggere questo libro provoca delle controindicazioni: una su tutte è quella di non voler giungere alla fine della storia; un'altra esattamente opposta: lo scrittore ha costruito una storia così particolare che si desidera assolutamente scoprire come va a finire.
Un'altra controindicazione, più personale per me, provoca la nostalgia di Roma.
Sin dalle prima pagine il protagonista, Vince Corso, percorre strade di Roma, Via Merulana, il quartiere Monti, Via Cavour, il Colle Oppio, Piazza Vittorio, luoghi della mia adolescenza, degli anni della scuola, i luoghi dove amavo andare a passeggiare negli anni dell'Università e che percorrevo andando al lavoro. Per cui chi ama Roma e questi luoghi deve sapere che li percorrerà insieme al protagonista! e chi non vive più in città deve sapere che vorrà tornarci presto!
Vince Corso, il protagonista, è un libroterapeuta che vive con il suo cane in un monolocale, un vecchio lavatoio ristrutturato, pieno di libri, all'ultimo piano di una palazzina in Via Merulana.
"Da sempre, da quando ho imparato a leggere, non ho fatto altro che mettere in ordine i libri ... Nella mia casa sono sparsi in ogni angolo. Schierati uno sopra l'altro, di traverso, in bilico. Per metà sporgono tutti fuori dalle assi di dieci centimetri..."
Il luogo dove vive è anche il suo studio, nel quale riceve i suoi "pazienti". A lui si rivolgono persone che vivono paure, fobie, e che sono alla ricerca di aiuto e che, attraverso la lettura ed i libri suggeriti dal libroterapeuta, cercano di guarire!
Si rivolge a lui una bella signora, sessantenne, Giovanna Baldini, la quale gli da un incarico particolare: ritrovare un romanzo di cui il fratello, malato di Alzheimer, ormai ricoverato in una casa di cura, ripete solo frasi tra loro sconnesse, sempre le stesse e sempre nella stessa sequenza.
"Anche lei è andato a fondo ... sono ancora qui ... l'orso che mi andava a comprare il giornale ... Per favore, lo faccia un'altra volta ... Dichiaro 28, merda! ... cazzo, che spavento mi sono preso.."
Piano piano la malattia ha consumato la sua memoria e lo ha ridotto a ripetere sempre quelle stesse parole.
La signora Baldini si dice convinta che debbano appartenere ad un unico romanzo che vuole ritrovare per poter leggere qualche pagina al giorno lei stessa al fratello.
Vince Corso accetta l'incarico, seppur con qualche dubbio sul vero scopo della cliente, ed inizia così un viaggio attraverso tante storie, racconti, scoperte, libri, personaggi, tanto vera quanto particolare ed incredibile.
Uno di questi è "Fuori Fuoco" della Carminati che prescrive ad una ragazza cinese di nome Feng, che ha una fobia particolare "la paura di perdere il telefono". Le suggerisce questo libro per aiutarla ad imparare a focalizzare l'attenzione su altro.
Mi piace molto questa riflessione che riporto per intero:
"Un poeta argentino invitava i lettori a non porsi troppi quesiti sul libro che stanno leggendo. Domande del genere: di cosa parla questo romanzo? come è fatto? Qual è lo stile? Insomma tutte le menate sul messaggio, le intenzioni, l'architettura... Per quel poeta una sola domanda aveva senso. Una domanda di appena quattro sillabe. Come suona? Ecco: l'unico interrogativo ragionevole che un lettore dovrebbe porsi di fronte a quello che legge è chiedersi sempre come suona. "
Questo libro suona bene, suona di ricordi, suona della grande capacità che Stassi ha di farci calare nel personaggio o in più personaggi, suona come le pagine di un libro, suona di paesaggio, di rumore di strada, di dialoghi particolari e coinvolgenti.
Suona persino di una canzone francese di Georges Brassens "Les Passant" (la potete ascoltare cliccando il link qui sotto) riproposta da Fabrizio De André "Le Passanti".
Si scopre questa canzone solo se si legge veramente con attenzione il libro.