Nemesi di R. A. Eller
Secondo libro della Saga Gunsight, che si compone attualmente di quattro libri (ve li indico tutti in fondo) creazione, ideazione e direzione di R.A. Eller. Rischio di ripetermi, ma mi preme dire che anche in questo secondo volume sono presenti elementi che invogliano chi legge a non lasciare la storia, che spingono a sentire emozioni e sensazioni davvero forti, che tengono con il fiato sospeso dall'inizio alla fine.
In Nemesi ritroviamo i protagonisti conosciuti in Gunsight, il primo volume, con l'inserimento di nuovi personaggi che vanno ad incrementare la storia di fatti e misfatti. Ci muoviamo tra Cabo San Lucas e Praga, Zurigo e Londra oltre che New York e Washington in un vortice che vedrà i nostri eroi in difficoltà più volte.
Alla base vi è un tradimento "Nessuno può permettersi di ingannare l'Organizzazione Omega e pensare di passarla liscia, tantomeno un suo valido One Eyed Jack". Mike riceve l'ordine di fermare un irrequieto collega, deciso a mettersi in proprio e a distruggere il prestigio dell'agenzia e non solo. La squadra si compone e Mike viene supportato (e sopportato) da Jade e dagli ex Secret Service con a capo James Faulkner in una spericolata caccia all'uomo che toccherà corde molto vicine al suo cuore.
Imprevedibile è un aggettivo con il quale indico la storia che leggiamo in Nemesi. Imprevedibile è la reazione di Mike alle provocazioni, imprevedibili sono le azioni che compiono i nemici, imprevedibile è tutto ciò che contorna l'Organizzazione Omega.
"Sarai costretto a mentire? Sempre. Ucciderai qualcuno? Molto probabile. Consentirai a qualcun altro di vivere? Sicuramente. Avrai la possibilità di scelta? Il più delle volte, no. Andrai a dormire ogni notte con la coscienza a posto? Non te lo garantisco. E' un lavoro di merda? Indubbiamente."
Le azioni di uomini come Mike e come il suo avversario in questa storia, non possono essere mosse da sentimentalismi, ma hanno scopi ben precisi. Uno di loro deve estromettere l'altro dal proprio ruolo e, per farlo, i colpi bassi sono ammessi. La Eller non si risparmia in questa storia, non permette ai suoi personaggi di distrarsi e così, anche chi legge, non può farlo. Ogni parola ed ogni pagina contribuiscono al dipanarsi di un ingranaggio che farà anche dubitare, soffrire, tremare.
Siamo davanti a scene che si possono immaginare su un grande schermo, come ho già detto nel post dedicato a Gunsight. E lo ripeto senza alcun dubbio. La grande capacità di questa scrittrice sta nel saper descrivere così bene le scene, i luoghi, le dinamiche che nel leggerle si riescono a vedere come proiettate su un telo bianco. Ed è questo effetto che impedisce di chiudere il libro, anche quando la sensazione di paura prende il sopravvento.
"Dicono che la speranza aiuti a vivere, a sopportare il dolore. Sperare in qualcosa di meglio per il futuro era una buona cosa, ma nel suo caso quell'effimero e confortante desiderio faceva molto presto a trasformarsi in una tortura."
La consiglio davvero! Non potrete farne a meno.