La sovrana lettrice di Alan Bennett

09.11.2020

Mentre leggevo questo libro mi chiedevo spesso se la storia fosse vera. Mi domandavo se veramente la Regina Elisabetta potesse avere scoperto il potere dei libri e della lettura in tarda età. Forse il mio animo di amante dei libri e della lettura non mi fa pensare lucidamente e mi sarebbe molto piaciuto se con questo racconto ironico, Bennett, volesse rimarcare proprio la passione innata per la lettura da parte della Regina.  

La storia pare sia inventata, tranne qualche riferimento, soprattutto quello al primo ministro definito uomo d'azione, ma di scarsa cultura, che pensa al futuro senza aver fatto tesoro delle esperienze storiche. Sembra che lo scrittore si riferisse a Tony Blair. 

Non sono tipo che fa spoiler e quindi niente paura! Sarebbe oltremodo antipatico anticipare qualcosa di più su un libro di così poche pagine. Dico solo che la Regina Elisabetta in questa avventura un pò strana, incontra tante personalità, capi di Stato, Ministri, Primo Ministro Britannico compreso, così come descritto ed anche un pò refrattario alla lettura. E questi incontri sono veramente divertenti, perchè lo scrittore mette in risalto la sicura ignoranza in materia di letteratura di tutti i personaggi, Elisabetta esclusa. 

Vediamola così: la sovrana lettrice, cioè Elisabetta lettrice, diventa un caso dibattuto anche tra i segretari dei primi ministri, tra i camerieri, tra i consiglieri ed i funzionari di corte, perchè scombina i precisi cerimoniali della corte inglese, rompe gli schemi, destabilizza le organizzazioni delle visite ed i suoi colloqui con chicchessia. La Regina, presa dalla passione improvvisa per la lettura, la pone al centro delle proprie conversazioni e, così, sconvolge tutti con le sue domande sulle letture e scopre di essere circondata da non lettori. Alan Bennett sorvola e parla pochissimo della famiglia reale e della loro reazione.

Questo libricino è dedicato a chi ama la lettura, al piacere di leggere ed alla scoperta di quanto le storie lette, possano cambiare anche il modo di pensare o di agire di una persona. "I libri non sono un passatempo. Parlano di altre vite. Di altri mondi." dice la Regina arrabbiandosi con il suo funzionario che la critica e la invita in maniera anche brusca ad evitare questo passatempo che la distoglie dai suoi doveri. 

Mi hanno fatto sorridere le mille peripezie che la Regina deve affrontare per leggere in santa pace. Potrebbe non essere intuibile per noi comuni mortali come trascorra il tempo Sua Maestà, ma a quanto pare non ne ha molto da dedicare alla lettura fatta "per piacere e non per dovere". Leggere un qualsiasi romanzo diventa difficile (e pare inadeguato) rispetto a quel che occorre per la preparazione di un incontro con un capo di stato o di una inaugurazione di una struttura o per presenziare a qualsiasi evento. 

In poche pagine Bennett segna un percorso molto particolare di lettura, attribuito alla Regina, che parte da libri più leggeri come La mia cagna Tulip di J.R. Ackerley arrivando a qualcosa di più corposo come Alla ricerca del tempo perduto di Proust, passando per Jane AustenThackeray .   

E' inoltre un libro che si legge veramente in poco tempo ed è ottimo per spezzare letture un pò più intense. Quel che rimane è il senso ironico del racconto, l'ottimo coinvolgimento del lettore nella storia, l'humor con cui la protagonista affronta qualche problemino e, sicuramente, ci si vedrà allungata la lista dei libri da leggere.  

Ultimi post nel blog  

Sono felice di aver iniziato la mia collaborazione con il Blog Un libro di emozioni di Gino Campaner parlando di questa lettura.
I motivi sono molteplici:
Aver scoperto Giuliano Pasini e la sua scrittura. E' molto elegante, preciso e diretto e i suoi personaggi mi hanno attratta molto già dalle prime pagine per cui è stata...

"Ibu ricorda quando, compreso nella fretta di diventare grande, la sera, a casa, si misurava i polsi e le caviglie per cogliere i segni di crescita, di maturazione. Oggi capisce quanto vano fosse quello sforzo. Non e' cosi' che si diventa grandi, purtroppo. Sono l'odio e la brutalita', in Guinea, a trasformare i bambini in adulti. Ibu voleva...

"Da quassù non riesco a sentirli, so che mi chiamano perchè li vedo: tengono le dita strette a conca, come un megafono, così il vento può prendergli le voci e spingerle più in là, dove da sole non potrebbero arrivare, verso lo sbarcatoio, verso in campagna, in chiesa. Non mi vedono qui appiattito, ma neppure alzano la testa a cercare...

https://www.instagram.com/raccontarerosi/