La mia Londra di Simonetta Agnello Hornby
Questo libro l'ho amato già dalla prima volta che l'ho letto. L'ho ripreso molte volte, riletto alcune parti che avevo segnato e di nuovo letto completamente.
L'ho acquistato appena uscito. Era in programma un viaggio a Londra ed entrai nella libreria della Stazione Termini a Roma chiedendo qualcosa che mi potesse indicare cosa vedere di particolare a Londra e non i soliti percorsi. Dissi proprio così alla commessa, e fortuna volle, che mi diede questo libro. Se potessi la ringrazierei nuovamente! Mi ha aperto un mondo, quello di una Londra particolare, raccontata dal punto di vista di una signora che ci è andata a vivere e che l'ha scoperta non da turista ma da cittadina.
Mettiamo poi il punto che la signora in questione sia Simonetta Agnello Hornby e che, dopo la lettura di questo libro, ho scoperto come scrittrice ed è diventata una delle mie preferite, tanto da avere quasi tutta la sua bibliografia!
Ma vorrei concentrarmi su questo libro, che consiglio di leggere magari a chi sta per partire per Londra o comunque ha in programma di visitare questa città. Tra l'altro in allegato al libro c'è anche una cartina della Città; sulla mia ho tracciato i percorsi fatti ed i posti visti.
Attraverso questo libro si scopre una Londra particolare, e prendendo spunto dai luoghi preferiti della Agnello Hornby vi assicuro che oltre ai soliti posti "turistici" della Città (pure essi molto belli ed affascinanti), con facilità si potrà capitare nel pub più antico di Londra, il George Inn, vicino alla stazione della metropolitana di London Bridge, di cui la scrittrice parla in un capitolo. Oppure passeggiare lungo il South Bank, da Westminster Bridge a Tower Bridge (in pratica la riva sud del Tamigi) che inizia attraversando il ponte di Westminster (dove c'è il Big Ben per intenderci) verso London Eye e percorrendo tutto il lungo fiume fino, appunto, al Tower Bridge. A questo percorso la Hornby dedica un capitolo e mi ha affascinato così tanto che vi ho dedicato una giornata dei quattro di permanenza a Londra, non riuscendo a terminarlo per le molte cose da vedere. Il lungo fiume è stato sistemato in modo da permettere una comoda passeggiata, con panchine, alberi, sale da the con vetrate. Su questo percorso si trovano ad esempio il Royal National Theatre ed il Globe Theatre, il teatro dove Shakespeare si esibiva e che è stato ricostruito esattamente come ai tempi. Poi si arriva alla Tate Modern, la galleria d'arte ricavata in una vecchia centrale del gas, di fronte al Millennium Bridge che unisce alla sponda opposta dove c'è la cattedrale di St. Paul. Insomma un percorso da fare e dove si trova molto della storia di Londra.
Questo libro può rappresentare una ottima guida alla visita della città, ma nello stesso tempo è ricco di tantissimi riferimenti alla storia di Londra ed alla storia personale della scrittrice, visto che è un libro autobiografico.
Inizia con la sua partenza per Londra nel 1963, estate in cui i genitori, la "spediscono" lì per imparare la lingua. E' molto divertente il modo in cui la Hornby racconta la sua partenza da Palermo, aereoporto di Punta Raisi ed il suo arrivo a Londra; e le sue prime difficoltà a capire la lingua al controllo passaporti. A tratti è esilarante.
Approfondendo nella lettura dei libri della Hornby si riconosce il suo stile, molto ironico, oltre che personale. Molti suoi libri parlano della sua vita e della sua famiglia, di vicende accadute direttamente a lei. "La mia Londra", tra quelli che io ho letto, forse è il più personale, perchè parla delle sue passioni, della sua famiglia e della loro vita nella Città.
C'è poi un filo conduttore nel libro che è rappresentato da un personaggio: Samuel Johnson, il più famoso intellettuale inglese del Settecento, non londinese di nascita ma che amò Londra fino al profondo. La Hornby inizia ogni paragrafo con una frase di questo personaggio e vi dedica qualche paragrafo per spiegare e far entrare il lettore nell'anima del libro e di Londra. Così come viene riportato nella quarta di copertina Johnson disse "Quando un uomo è stanco di Londra, è stanco anche di vivere; perchè Londra offre ciò che la vita può offrire."
Chiudo questa mia riflessione su questo libro, tra i miei preferiti, con quanto riportato sempre nella quarta di copertina, intenzione che un pò mi somiglia "In una città nuova, mi lascio andare ai sensi e al caso. Senza pensare a niente, cammino, mi guardo intorno, mi unisco ad una piccola folla curiosa, prendo i mezzi pubblici, compro il cibo di strada e mangio nei posti meno frequentati. Faccio una sosta, seduta su una panchina in un parco, bevendo una bibita in un caffè o appoggiata alla facciata di un edificio, come una mosca su un muro: e da lì osservo, odoro, ascolto. Se sono fortunata, piani piano l'anima del luogo mi si rileva."