L'invenzione della Solitudine di Paul Auster
Non si può non riconoscere Paul Auster leggendo queste pagine. E' il primo libro che lo accompagna alla narrativa, che lo introduce nella letteratura americana, ed è scritto nel 1979, pubblicato per la prima volta nel 1982, in Italia esce nel 1992.
Chi ha letto altro di Auster, prima di leggere questo suo libro primordiale ritrova immediatamente tanto della sua opera successiva. Ammetto di aver letto queste pagine, molto spesso sorridendo, perchè riconoscevo molti tratti delle storie e dei personaggi che fanno parte dei libri successivi.
Voglio partire dall'immagine in copertina. Auster scrive "Da un sacchetto di foto assortite: un trucco fotografico realizzato in uno studio di Atlantic City negli anni Quaranta. Vari ritratti di lui seduto intorno ad un tavolo, ciascuno preso da una diversa angolazione, per cui sulle prime sembra un gruppo di uomini diversi ... Poi, osservando con attenzione, si comincia a capire che tutti quegli uomini in realtà sono sempre lo stesso."
Nel 1979 accade un fatto che cambia la vita di Paul Auster. Anzi ne accadono due di cose gravi, ma tutto inizia con la morte del padre, l'uomo della foto. Con la notizia della morte del padre, Auster apre una difficile e faticosa riflessione sull'essere figlio di un uomo assente e, allo stesso tempo, sente il bisogno di ricostruire la vita di quest'uomo sconosciuto in realtà, quasi violandone l'intimità (una casa da vuotare, cassetti da aprire, oggetti di cui recuperare la memoria). Misura così la mancata relazione tra lui ed il padre e constata che il tempo per conoscersi è ormai sfumato, non ci potrà più essere.
Il libro è diviso in due parti. Una intitolata "Ritratto di un uomo invisibile" più concentrata sul padre, sulla ricostruzione della vita insieme e l'altra, concentrata in una costruzione o ricostruzione del "libro della memoria". Le due parti hanno, a mio parere, delle costanti: il rapporto con la memoria, più propriamente "il ricordo dei fatti legati alla famiglia" e l'analisi del Caso, come origine delle cose che accadono nella vita.
Nei dieci capitoli del "Libro della Memoria" si intraprende un percorso nel passato, tra i suoi ricordi e i libri degli scrittori che li hanno riportati a galla (tra cui anche Collodi con il suo Pinocchio). Lo scrittore muta la prospettiva, concettualizza il lutto e affronta il tema della memoria e degli affetti familiari con una certa distanza emotiva, animato da quella che chiama "nostalgia del presente". Per farlo racconta il tutto in terza persona, racconta della ricerca di un padre "sostitutivo", nel tentativo di colmare il vuoto affettivo causatogli dalla freddezza paterna: del suo incontro con un adulto conosciuto a Parigi e del suo rapporto affettuoso con il nonno materno. Affronta anche il tema della sua stessa paternità.
La morte del padre sblocca sia la potenza narrativa di Auster, sia, per sua stessa ammissione, la consapevolezza di quanto sia legato al figlio Daniel, che è un bambino, a quel tempo. Sembra quasi che Paul non potesse sentirsi padre, né autore della propria esistenza, finché il padre fosse esistito.
Chi non ha mai letto nulla di Auster, trovandosi in mano per primo questo libro rimarrebbe spiazzato. Probabilmente avessi iniziato da questo non credo avrei proseguito con tanta curiosità e non avrei annoverato questo scrittore tra i miei preferiti in assoluto.
E avrei perso molto. Mi resta invece di constatare ed accertare quanto di autobiografico sia presente nelle sue opere. Parlandoci in questo libro della sua vita (sia direttamente che indirettamente) ci fa scoprire come molti aspetti presenti nei suoi libri derivino dalla sua storia personale o da quella dei suoi parenti. Questo aspetto non dovrebbe sorprendere in generale; è normale che uno scrittore utilizzi ciò che conosce per scrivere i propri libri.
La cosa che colpisce e che stupisce in parte, ma anche spinge ancora all'approfondimento della scrittura di Auster, è il suo legare i fatti, la memoria, il ricordo agli oggetti, alle immagini, ai tratti fisiognomici per arrivare ad una analisi del Caso, a cosa avviene nella sua vita ed in quella di ognuno di noi.
"L'invenzione della solitudine" è un libro fatto di frammenti di vita e di suggestioni. Tocca a noi lettori entrare nella stanza della scrittura di Auster, empatizzare con lui, perdersi nel labirinto di significati scegliendo il senso che più gli appartiene.
La mia analisi e la mia ricerca continueranno certamente.
Il link che ho inserito qui sotto porta alla pagina che ho dedicato a lui.
Buona lettura.