Il Ballo delle Pazze di Victoria Mas

19.04.2021

Sono diventata una lettrice alquanto esigente. Me ne accorgo dal fatto che difficilmente prendo l'ultima uscita o un libro consigliato, senza essermene fatta un'idea tutta mia. Infatti molti libri di quelli super pubblicizzati non li ho letti. Questo libro ha rischiato di rimanere in attesa, se la persona che me lo ha consigliato non avesse preso la sua copia e non me l'avesse data in prestito.

Quando ho iniziato a leggere questo libro a scatola chiusa non sapevo per niente cosa avrei trovato. Non leggo nemmeno la trama in copertina solitamente.

Ed invece ho trovato una storia trascinante e coinvolgente a tal punto che l'ho divorato! Sarà che dovrò rivedere i canoni della scelta delle mie letture?       

Victoria Mas con il suo romanzo d'esordio, diventato un caso letterario in Francia, ha voluto portare alla luce fatti, storici e dettagliati, di una Parigi di fine '800, che riguardano sia la società parigina, le famiglie povere e l'alta borghesia, che gli esperimenti scientifici e medico/psichiatrici, realmente tenuti, presso l'ospedale Salpêtrière da Jean Martin Charcot, il neurologo considerato precursore di Sigmund Freud per i suoi studi sull'ipnosi come cura dell'isteria (La "nevrosi femminile" secondo la medicina dell'Ottocento). 

La Mas lo fa divinamente, costruendo la trama attraverso personaggi femminili inventati che danno luce a molti particolari del tempo. C'è Geneviève, l'infermiera decana, responsabile del reparto psichiatrico della Salpêtrière dove venivano ricoverate (in realtà detenute) le donne che uscivano dai ranghi o di senno; rinchiuse lì da mariti, padri, fratelli che non sapevano come gestirle quando dimostravano una qualche forma di ribellione. Geneviève era l'algida responsabile che tutto controllava, che sapeva quando e come intervenire e conosceva, delle internate, ogni passo ed ogni attacco isterico. Eugénie è invece una ragazza della borghesia parigina, figlia di un Notaio, che viene rinchiusa per un motivo diverso da quello che ha portato in quel luogo tutte le altre: salvare l'onore di famiglia perchè in "odore di eresia". E poi ci sono Louise, giovane protagonista delle dimostrazioni di ipnosi di Charcot e Thérése, la più anziana tra le internate. 

Si scontrano in questo romanzo due temi, se non più di uno; ogni lettore avrà la sua chiave di lettura. 

Il tema della ricerca medica che al tempo veniva condotta da Charcot sulle malcapitate. La documentazione (che si trova anche gironzolando su internet) testimonia come le donne venivano "curate" con l'utilizzo di sostanze psicoattive e compressori ovarici; durante le sedute di ipnosi, da lui organizzate in cui provocava attacchi isterici alla presenza di medici, giornalisti e curiosi, le pazienti erano esibite come attrazioni da circo, ma diventavano note quanto le attrici oggi. 

Il tema dell'eresia o dello spiritismo. Nella Parigi di fine '800 vi era una cerchia di praticanti di sedute spiritiche e di contatti con gli spiriti, ma era un fenomeno di nicchia che la gerarchia cattolica condannava al pari di una attività demoniaca. Vi è prova che Victor Hugo vi fosse appassionato e, in questo romanzo, viene citato Il libro degli spiriti di Allan Kardec, considerato un vero e proprio testo sacro dello spiritismo. Questo testo è la spinta per una delle protagoniste, Eugenie, per approfondire alcune sue attitudini.

La società che viene descritta dalla Mas è quella delle "apparenze", nel senso forse più pesante rispetto a quello che si potrebbe pensare oggi. Non solo le donne non avevano scelta, una volta che la famiglia decideva di farle rinchiudere era difficile, se non impossibile, riuscire ad opporsi; ma anche gli uomini, soprattutto coloro che dovevano costruirsi una carriera o entrare in società, dovevano corrispondere alle aspettative sociali, alle aspettative dei loro genitori e del loro status sociale. I giovani uomini non potevano mostrare di avere opinioni non conformi a quelle delle persone "rispettabili". 

In questo clima si svolge la storia di queste due donne, che si incontreranno e creeranno un corto circuito nelle loro vite. Forte e trascinante.

Durante la lettura, proprio perchè mi astengo dall'anticipare la trama, non avevo capito che i fatti di cui racconta la scrittrice potessero avere un fondo di verità. Il sospetto mi è venuto quando viene citato il Libro degli Spiriti di cui ho parlato. Ho fatto una ricerca ed ho scoperto che esiste e che questi studi sullo spiritismo esistevano davvero. Da qui, un crescendo.

Il titolo del libro si riferisce ad una delle pratiche perpetrate come terapia da Charcot: il Ballo delle Pazze (Bal des Folles) era un evento che si teneva in primavera. Loro, le "pazze" rinchiuse nel reparto isteriche del manicomio femminile di Salpêtrière, erano le protagoniste del ballo in maschera, aperto solo alla Parigi che contava. Era documentato che nelle settimane prima e dopo il ballo le ricoverate avessero meno "attacchi" isterici.

Proprio per tutte le ragioni che ho raccontato è un libro che consiglio e che va letto. E' cortissimo, appena 181 pagine, ma intenso. 

Può rischiare di assuefare e di non far pensare ad altro per qualche giorno. Ammetto che mi è capitato!

Victoria Mas

E' nata nel 1988. Ha un fratello minore, Christopher, nato nel 1992. Ha trascorso parte della sua infanzia nel sud della Francia, lontano dal trambusto mediatico causato dalla sua carriera della madre che è una cantante francese molto amata, Jaenne Mas.

Nel 2005, Victoria e suo fratello seguono la madre in California, dove prosegue la sua carriera di cantante. La giovane Victoria si dedica agli studi di cinema e letteratura angloamericana. Inizia a lavorare nel cinema per poi dedicarsi alla scrittura. Nel 2014, Victoria Mas ha pubblicato una guida alla cucina francese, The Farm to table French Phrasebook , che ha riscosso un certo successo negli Stati Uniti. 

E' poi tornata in Francia dove ha continuato i suoi studi letterari a La Sorbonne. Il suo romanzo, uscito in Italia il 10 febbraio 20201 è statao pubblicato in Francia nell'agosto del 2019. Ha vinto numerosi premi letterari. A settembre 2019 ha vinto il Premio Première Plume e il Premio Stanislas.

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