Igiene dell'Assassino di Amélie Nothomb
E' il mio primo approccio a questa scrittrice.
E' stato scelto dal mio gruppo di lettura, nel quale vi è già un fan della Nothomb, e devo dire che mai consiglio è stato così ben accetto.
Ho iniziato a leggere il libro nella più estrema ignoranza a riguardo dell'autrice. Poi ho deciso di cercare notizie su di lei e mi sono imbattuta nelle sue interviste. Youtube è pieno di video dove questa donna parla poco di se, ma molto della passione che mette nello scrivere e di come nascono i suoi libri. Ne sono rimasta affascinata.
Leggendo questo libro non potevo credere che a scriverlo fosse stata una ragazza di venticinque anni.
Questo è il suo primo romanzo e potrebbe anche essere una sorta di manifesto delle intenzioni sul lavoro che sentiva di dover fare e di come avrebbe voluto che i suoi libri venissero accolti dai lettori.
Si sofferma molto sulla necessità (o pretesa) da parte di uno scrittore di avere lettori consapevoli che sappiano "leggere" veramente in fondo un libro.
Forse vi è anche una leggera (chiamiamola così) critica al metodo di assegnazione del premio Nobel della letteratura.
La trama è semplice; ad essere complessa invece è l'elaborazione psicologica che è dietro la trama ed accompagna il lettore in un turbinio di sensazioni e di ragionamenti che in effetti non lasciano posare il libro facilmente. Nel leggere alcune parti sembra quasi di aver fatto un lavoro a metà tanto che mi è capitato di tornare indietro a ri-leggere per cercarne la completezza.
Non so se questo sia capitato anche ad altri lettori.
A Prètextat Tach, scrittore, premio Nobel della Letteratura, ormai ottuagenario viene diagnosticato un tumore incurabile che lo porterà alla morte in due mesi. La stampa di tutto il mondo chiede interviste ma Tach, dal carattere antipatico, misantropo e quindi poco avvezzo alla compagnia, ormai da anni rinchiuso nella sua abitazione, costretto sulla sedia a rotelle per la sua obesità, è molto restio dal concederne.
Pattuisce con il suo segretario solo cinque interviste dando delle indicazioni precise su chi potesse intervistarlo.
Sin dall'inizio si prende facilmente gioco dei suoi intervistatori rendendo loro il lavoro difficile e riuscendo letteralmente a farli scappare, anche con risvolti psicologicamente devastanti per qualcuno di loro.
All'ultima intervista si presenta una donna, genere che non era per niente contemplato nell'elenco delle possibilità concesse dall'anziano scrittore. La donna, da subito aggredita verbalmente dall'antipatico Tach, riesce a raggiungere con lui un livello di dialogo anche serrato, senza esclusione di colpi, con risvolti inaspettati.
In questo libro c'è di tutto: il cattivo rapporto con il cibo; l'antipatia verso quei giornalisti o finti letterati che premiano o parlano di libri senza nemmeno averli letti; l'autocelebrazione idiota che alcuni scrittori fanno di se stessi senza averne il diritto.
Elementi di cui la Nothomb parla nelle varie interviste che ho ascoltato e che riprende in altri suoi libri. Mi sto preparando a leggere la "Metafisica dei Tubi" appena la mia libraia preferita mi dirà che è arrivato!
Il libro è edito Voland - prima pubblicazione 1992