Gita al Faro di Virginia Woolf
Leggere i libri della Woolf è un impegno importante. Dovrebbe essere scritto da qualche parte nella copertina come "avvertenze d'uso". La sua scrittura percorre tantissimi tratti diversi ed impervi. Dei suoi personaggi ci fa conoscere ogni piccola sfaccettatura, ogni pensiero, ogni movimento; le loro sensazioni e le sensazioni che di loro hanno coloro che li osservano, si aprono agli occhi del lettore attraverso una narrazione particolare . Che maestria!
La trama di questo libro
può sembrare superflua al lettore perchè si viene attirati in uno stato di "analisi dei caratteri dei personaggi" che in effetti fa passare in secondo piano la storia vera e propria. Gita al Faro cosa racconta? Di una comitiva di persone, molto diverse tra loro, che si riunisce sull'isola di Skye nella casa di vacanza della famiglia Ramsay composta da moglie, marito ed otto figli. Invitati dalla famiglia a trascorrere qualche giorno di vacanza con loro ci sono vari personaggi: Lily Briscoe, pittrice non molto sicura di se e della sua arte; Charles Tansley, discepolo del signor Ramsey, ossequioso verso di lui, un pò meno verso gli altri; William Bankes, anziano e vedovo; Paul Rayley e Minta Doyle che la signora Ramsey vorrebbe si fidanzassero. Impariamo a conoscere tutte queste persone attraverso i loro pensieri e attraverso le sensazioni e le opinioni che gli altri hanno di loro.
Il libro è diviso in tre parti:
La Finestra, Il Tempo Passa e Il Faro. Nella prima conosciamo tutti i personaggi, le azioni che compiono nella giornata, una unica giornata che viene narrata in questa parte. Si svolge dal mattino alla cena della sera e ruota intorno ad una richiesta di James, il più piccolo dei figli dei Ramsey (e forse il preferito dalla signora Ramsey), di andare l'indomani a fare una Gita al Faro. La seconda parte, breve, racconta ciò che accade nei dieci anni successivi a quella sera, evidenziando la trasformazione della casa che ha ospitato tutte quelle persone fino alla cena e nella notte, narrando la sua inesorabile trasformazione da luogo vissuto ad abbandonato. Nella terza parte ci ritroviamo nello stesso luogo, nella stessa casa che riprende vita velocemente con l'arrivo dei superstiti della compagnia, che cercano di ritrovare lo spirito di allora, alle prese con dissidi irrisolti, con progetti da completare, con dubbi da dissipare.
Impressioni.
Il passaggio da una fase all'altra è a dir poco doloroso, almeno così è stato per me! La Woolf ha la capacità di fare entrare il lettore in sintonia con i personaggi, come ho già detto, o almeno con alcuni di essi. A me è accaduto nella prima parte con la signora Ramsay e nell'ultima parte con Cam; penso di aver capito i loro sentimenti, le loro sensazioni e di averli condivisi in modo profondo.
La lettura di questo libro è stata faticosa e non perchè non riuscissi ad entrare in quel che stavo leggendo, ma per il motivo contrario. Penso di aver vissuto una specie di "catarsi" dei personaggi; penso di aver sentito viva l'antipatia che la signora Ramsay provava per il marito, rinfrancata dalla passeggiata in giardino (anche se non del tutto) o la preoccupazione di Cam mentre era in barca con il fratello James e con il padre, ed osservava sia l'uno che l'altro, cercando di pensare ad altro per superare i momenti di contrasto.
Un estratto da "La Finestra" in cui parla della signora Ramsay
Poteva essere se stessa, in compagnia di se stessa. E di ciò ora sentiva spesso il bisogno - di pensare, bè, non necessariamente di pensare. Di stare in silenzio, da sola. L'essere e il fare, espansivi, luccicanti, vocali, evaporavano; e ci si poteva ridurre, con senso di solennità, al proprio sè, in un cuneo di tenebra, invisibile agli altri. Pur continuando a lavorare ai ferri, dritta sulla sedia, era così che si sentiva; e quel sè affrancato da ogni legame era disponibile alle più strane avventure.