Come Delfini tra Pescecani di François Morlupi

12.09.2021

"Mi chiamo Biagio Maria Ansaldi e sono il dirigente del Commissariato di polizia di Monteverde, a Roma. La mia squadra investigativa è una bella squadra, davvero. Una gran bella squadra, non mi posso lamentare. Certo, a essere sincero, non rimarrei sorpreso se qualcuno mi facesse notare che negli altri commissariati della capitale ci considerano strani, da Guinness dei primati. Come dargli torto? Un pò matti lo sono sul serio i miei uomini, ciascuno a modo suo. Ma diciamoci la verità, hanno una grande fonte di ispirazione: il sottoscritto." L'incipit di questo romanzo mi ha colpita molto ed è indicativo rispetto a quello che andremo a leggere nel prosieguo.

Il sottotitolo del libro è "Un'indagine per i Cinque di Monteverde". Monteverde è un quartiere elegante e tranquillo della capitale, dove non accade mai nulla o quasi. Un venerdì pomeriggio un ultraottantenne viene trovato morto nel suo appartamento. All'apparenza si tratta di un suicidio visto che l'uomo, il signor Gordi, ha un cappio al collo ed il medico legale, il dottor Righi, ad una prima analisi dice "è morto per strangolamento e conseguente asfissia. i segni attorno al collo sono inconfondibili". Ma qualche particolare suscita l'attenzione del commissario Ansaldi e, soprattutto del suo braccio destro, la vice ispettore Eugénie Loy e la vicenda prenderà una piega diversa, impensabile, inaspettata.

E' il venerdì pomeriggio pre-derby della capitale; vi è agitazione in città come sempre prima di quella partita! Anche un elemento della squadra, l'agente scelto Roberto Di Chiara, romanista sfegatato, è lanciato nel clima pre-derby. Fatica a rimanere attento alle indicazioni del commissario ma lo aiuta il collega William Leoncini a non perdere la concentrazione. Ultima arrivata nella squadra è Eliana Alerami, ragazza molto sveglia e volenterosa, con tanta voglia di imparare.

Il commissario Ansaldi ha ragione a dire che la sua squadra è composta da personaggi un pò matti. Non sono i classici supereroi, esattamente l'opposto. Affrontano la quotidianità con i loro mille problemi e tentano di tornare a casa, sani e salvi. Sono forse imperfetti, ma chi non lo è? Ognuno di loro possiede una personalità, un carattere, tante passioni, ansie e preoccupazioni che cercano di dipanare. Conoscere i "cinque di Monteverde" così da vicino fa capire come nella vita le fragilità possono essere controllate e possono non essere solo punti di debolezza.

Ansaldi si definisce "una grande fonte di ispirazione" e direi che lo è, ma non solo per la sua squadra! E' un uomo pieno di ipocondrie e di ansie. In alcune scene durante la lettura mi ha suscitato risate, in altre mi ha trovata perfettamente in simbiosi con lui. E' un uomo con una forte intuizione, che conosce i suoi limiti e, cerca di gestirli al meglio. Credo che se lo incontrassi ci farei una lunga chiacchierata e di argomenti ne avremmo a bizzeffe.

Lo sapete che a me non piace molto raccontare la trama, poi trattandosi di un romanzo in cui vi è una indagine da dipanare il rischio di dire troppo e di rovinare la lettura è piuttosto alto. Però posso dire che alla fine della lettura ero dispiaciuta di salutare i poliziotti ed il loro commissario, quasi quasi anche il questore. Ho provato empatia verso tutti loro (qualcosa in più per Di Chiara, ma quella è un'altra losca storia di fede giallorossa! ..scherzo!).

Amo molto come Morlupi ha sviluppato la storia. Il suo modo di far conoscere le personalità dei suoi cinque personaggi è da premiare. Ha trovato la linea giusta per farci stare dalla loro parte e ragionare con loro per tutta l'indagine. 

Ho amato molto il suo raccontare Roma, ma chi mi legge sa che quella Città è il mio punto debole o il mio punto di forza. Morlupi la racconta come la vedo io; i suoi personaggi percorrono strade e luoghi che conosco in gran parte ed era come esserci. La città è co-protagonista del romanzo, con i suoi pregi e con i suoi mille difetti, e non potrebbe essere altrimenti. Ho trovato quella "romanità" che difficilmente può essere perduta e che deve esserci in un romanzo così.

Consiglio la lettura di questo libro anche a chi non ama il genere giallo/noir. Per me è stato un salto nel buio (perchè non leggo moltissimi libri del genere), ma sono stata ripagata da una scrittura coinvolgente, dalla giusta suspense ed anche da un pizzico di divertimento che non guasta mai! 

Intanto ho un nuovo amico letterario, Biagio Maria Ansaldi, che vedrei bene come protagonista di un bel film al cinema o in tv!


29/09/2021 - ho avuto l'onore di chiacchierare online con Morlupi proprio di questo libro. Cliccando qui potrete vedere il video su instagram


FRANÇOIS MORLUPI
François Morlupi, italo-francese, è nato nel 1983 a Roma dove vive e lavora.  E' al suo terzo romanzo. 

Il suo romanzo d'esordio Formule Mortali, edito in cartaceo da Croce Edizioni nell'aprile 2018, mentre lo scrittore si è riservato i diritti per l'e-book che è stato pubblicato su Amazon, ha vinto sei premi letterari nazionali tra cui il Giorgione Prunola e il Grottammare nella categoria noir-giallo, arrivando in finale a Garfagnana in Giallo e a GialloCeresio. Nel luglio 2020 nelle stesse modalità del primo, viene pubblicato il suo secondo romanzo, Il Colbacco di Sofia, una indagine ambientata tra la Bulgaria e Roma. Anche questo romanzo si è subito posizionato per mesi, assieme a Formule Mortali, nella top 10 dei noir più venduti su Amazon ed entrando in finale a Garfagnana in Giallo. 

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