Azzardo di Alessandra Mureddu
"Nella primavera del 2006 ho quarantun anni e un corpo di marmo. Il mio compagno la sera prima vuole un figlio, il mattino dopo se ne va e non torna più. Non ho tempo per soffrire, adotto un cane e un antidepressivo e decido che salverò mio padre."
Inizia così Azzardo, il romanzo di esordio di Alessandra Mureddu, pubblicato da Einaudi nella collana Unici a febbraio 2023.
Un romanzo autobiografico che racconta una esperienza forte, dolorosa, che è all'apparenza personale, ma che, con lo scorrere delle pagine, acquista potenza e coinvolge chi lo legge in una analisi approfondita di un male a cui non si pone, forse, molta attenzione.
La Mureddu ci racconta come sia facile diventare una giocatrice compulsiva, come sia facile dilapidare il proprio stipendio alle slot machine in pochissimo tempo e perchè sia difficile e complicato smettere. Questa è una storia di una figlia che entra in una sala giochi per seguire il padre, avvocato affermato ormai in pensione, che passa gran parte del suo tempo davanti allo schermo delle slot machine di una sala in piazza Cola di Rienzo (ci troviamo a Roma). Entra, va a fianco del padre che sta giocando e non distoglie lo sguardo dallo schermo della slot; lui le allunga uno sgabello, le inserisce cinquanta euro nella fessura di un'altra slot e la invita a giocare. Lei vince quasi subito, un colpo di (s)fortuna che la porta al declino e neanche tanto lentamente.
La voce della scrittrice è così potente, diretta, chiara e precisa da non lasciare alcun dubbio: l'adrenalina, la speranza, la (ricerca della) fortuna prendono il controllo della mente, la inibiscono e la portano verso l'abisso. Spariscono i soldi dal conto corrente, dà fondo alle carte di credito, vende i gioielli di famiglia senza alcun riguardo, senza pensarci neanche un secondo. Anche le vincite che arrivano vengono rigiocate e bruciate in poco tempo. Ogni cosa viene intaccata: il lavoro, i genitori, il corpo, l'amore, le vacanze estive, la casa, i rapporti con le altre persone, qualunque altra persona, sé stessa inclusa.
L'impulso che arriva subito, leggendo questo libro, è quello di guardarsi intorno ed è netta la presa di coscienza di essere circondati da sale gioco, da slot machine e da tentazioni al gioco (e ciò avviene dalla grande alla piccola città). Sono poche le tabaccherie che non hanno la saletta con qualche slot in cui si possono scorgere persone intente al gioco; sono molti i bar che includono sale scommesse.
Scopro leggendo Azzardo che dentro e nei pressi della sala giochi si sente un buon profumo, che viene sparso da appositi diffusori: serve a rassicurarti, a farti sentire in un luogo buono e noto come fosse casa. Scopro che dentro la sala giochi appositi altoparlanti emettono suoni simili al rumore dei soldi: servono ad insinuare che la vincita è vicina. Scopro guardandomi intorno che, molto frequentemente, queste sale gioco sono poste vicino ai bancomat o alle agenzie per cambio oro.
Capisco che quel che racconta la Mureddu è un male dal quale è difficile uscire, che ci vuole molta forza di volontà per farlo, guide forti e preparate alle quali affidarsi e delle quali fidarsi.
Questo è un libro pieno di fatti, di sensazioni, di pensieri, di condivisioni di una donna che parla di sé e della sua dipendenza, di come è diventata tale, di come ne esce, di come è facile cadervi nuovamente e di come si diventa consapevoli del tutto. E' un libro nel quale troviamo storie di altri giocatori, di quelli che lei incontra al Programma di recupero, storie simili che portano tutte inevitabilmente al disastro.
La forza della scrittura autobiografica è quella di far sentire quelle emozioni espresse come fossero di chi legge, far vivere l'esperienza stessa, percependola quasi come fosse la propria. Solo così quella prova lascia il segno. I racconti come questo devono valere da esempio, devono essere compresi fino in fondo, rendono con chiarezza quale è la condizione in cui chi gioca si trova. Servono a chi non gioca le storie come queste per continuare a non farlo, servono a chi ha esperienza diretta con giocatori per capire il punto di declino (se possibile), servono a capire quanto questo male non sia davvero palese, conosciuto, capito.
Si tratta di slot, ma anche di gratta e vinci, di scommesse, di lotterie. Si tratta di un indotto che non considera la condizione di chi, poi, non riesce a farne a meno.
Questo libro è uno dei cinque finalisti al Premio Stresa 2023 per la narrativa.
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