Adelaida di Adrian N. Bravi

23.08.2024

Per raccontarvi le mie impressioni su questa lettura devo iniziare parlandovi dell'incontro avuto con Adrian N. Bravi a Giulianova, per la presentazione organizzata con l'associazione Quid.

Le letture, specie di questa portata, prendono una forma più forte e intensa quando si ascoltano le parole dell'autore, quando si sente l'emozione che ancora prova nel parlare delle vicende raccontate e del legame avuto con la protagonista del suo racconto: Adelaida Gigli.

Abbiamo avuto l'onore con Quid, l'associazione di cui faccio parte, di ospitare Bravi il 23 agosto scorso durante la nostra partecipazione ad Approdo, un Festival che vuol promuovere l'arte, la musica e il teatro, che si è svolto per le vie del centro storico della città di Giulianova. Volevamo incontrare Bravi da molto tempo per parlare con lui di questo suo libro, del suo incontro con Adelaida Gigli e del perchè ha deciso di raccontare questa storia. Insieme a Manuela Costantini abbiamo posto qualche domanda con l'intento di far capire a chi era presente quanto sia importante conoscere la storia di Adelaida, anche per meglio intendere come i fatti storici di un paese possano coincidere con l'essenza di una persona.

Con Adrian N. Bravi durante la presentazione a Giulianova
Con Adrian N. Bravi durante la presentazione a Giulianova

L'incontro con Adrian N. Bravi ha rafforzato il primo pensiero che la lettura mi ha suscitato: profonda gratitudine.

Se non avesse sentito il bisogno di mettere su carta la storia difficile e dura di Adelaida che abbraccia anche la storia dell'Argentina - paese in cui è nato e cresciuto - probabilmente il tutto sarebbe rimasto noto ai pochi. Ed invece ha saputo raccontarla attraverso questo libro prezioso: una costruzione biografica, non convenzionale, con la quale mette in risalto molti aspetti, soprattutto l'animo di questa donna che ha subìto dolore e privazioni, portando con sè pesi che possono essere compresi solo attraverso la voce diretta, che qui, tra queste pagine, troviamo.

"Ed è per questo che oggi, quando pronuncio il suo nome, amo farlo nella lingua in cui l'ho conosciuta e in cui lei ha vissuto tutta la sua tragedia, lo spagnolo: quell'a finale di Adelaida mantiene ancora aperte le sue relazioni con la propria storia, le sue insurrezioni, perché era in questo modo che figurava nell'elenco degli assassini: Adelaida Gigli, la madre, l'artista, quella che ride in faccia al potere, che ospita e protegge i dissidenti. Adelaide, invece, vale a dire il suo vero nome di battesimo, ereditato dalla nonna paterna, l'allontana dalla lingua delle sue rivolte, nel senso che quella e finale appartiene ad un vissuto italiano, che era stato mite e produttivo per la sua famiglia, sia nel periodo tra il 1927 e il 1931, quando era partita per l'Argentina e aveva mutato quella e in a, sia quando era tornata nel suo paese natale, nel 1978, scappando dalla dittatura argentina." - pag. 16 -

Adelaida Gigli nasce a Recanati nel 1927; il padre Lorenzo Gigli, famoso pittore - di cui alcune opere sono conservate a Recanati, donate proprio da Adelaida - non accetta di rimanere in Italia in pieno fascismo e si trasferisce con tutta la famiglia in Argentina. Adelaida cresce a Buenos Aires e si interessa in maniera attiva di politica, di letteratura e di sociale in un ambiente pericoloso tra rovesciamenti politici e colpi di stato, che peggiora sempre di più con l'arrivo al potere del Generale Videla e del suo regime. Negli anni cinquanta, insieme al marito David Vinas - scrittore e sceneggiatore argentino - e altri intellettuali, aveva fondato la rivista Contorno, voce emblematica dell'intellighenzia argentina di sinistra di quegli anni. Era l'unica donna che aveva peso in quel gruppo che veniva considerato nemico dal governo e i cui componenti erano perseguitati.

Abbiamo deciso di iniziare l'incontro a Giulianova con la lettura delle prime pagine del libro di Adrian N. Bravi, pagine che raccontano il rapimento e la conseguente sparizione di Mini, la figlia di Adelaida e David Vias avvenuta il 29 agosto 1976. Toccante il modo in cui lo scrittore ci fa entrare in quell'ambiente, in quel momento così angosciante in cui Mini riesce a prendere una decisione davvero importante e salvare la piccola Inès, sua figlia. Nel 1980 è desaparesidos anche Lorenzo, il secondo figlio di Adelaida e David

Adelaida è costretta a lasciare l'Argentina e, dopo un viaggio lungo e tortuoso, a trovare rifugio a Recanati. E lì, in una casa che si affaccia sul cortile di Sant'Agostino, noto per il campanile della chiesa ovvero la Torre del passero solitario di leopardiana memoria, dopo qualche anno, nel 1988, quasi per un caso Adrian N. Bravi la incontra e la conosce.

"Non sapevo nulla a quei tempi della sua storia, del legame che aveva avuto con l'Argentina e con il mondo culturale di Buenos Aires, nè tanto meno delle vicende che l'avevano condotta fino a quell'appartamento .... conoscevo solo lo scrittore argentino David Vinas, per averne sentito parlare e per aver letto uno dei suoi saggi, ma ignoravo che quella donna con i capelli a caschetto, gli occhiali grandi e spessi e una camicia tutta colorata fosse lagata sentimentalmente e Vinas e che avessero avuto due figli insieme." - pag. 15 -

E da qui nasce un bel rapporto d'amicizia fatto di racconti, di ricordi e di rispetto tra Adrian ed Adelaida che traspare in pieno da queste pagine e che si scorge dall'emozione e dal trasporto che questo scrittore ha nel parlarne - e si percepiva stando seduta vicina a lui. 

Dopo quelle 142 pagine, nota finale compresa, lette e rilette è difficile rimanere distaccati.

Arriva ogni cosa: arriva la necessaria forza della memoria e del ricordo, che permettono di tramandare le vicende che toccano una persona, una famiglia, un paese e così anche altre persone, altre famiglie; arriva la forza dell'adattamento, quello di una donna che abbandona il suo paese, esiliandosi, ma mantenendo la lingua e il pensiero con la quale si è formata; arriva il destino nemico e malevolo, ma che apre margini di salvezza attraverso scoperte, conoscenze e amicizie come quella con Adrian N. Bravi e altre persone che le sono state vicine e che mantengono vivo il ricordo. 

La sensazione ultima, anche questa rafforzata durante l'incontro a Giulianova con Bravi, è quella che egli stesso abbia imparato molto della storia del suo paese, camminando di pari passo con i racconti di Adelaida e attraverso i confronti con lei e, poi, riportando quel che era necessario in queste pagine.

Solo uno scrittore di alto livello può trasformare una biografia in un romanzo; può, attraverso le parole scritte, mostrare le immagini, far vedere ciò di cui parla; può far vivere ancora una volta la persona di cui racconta, portandola nelle mente di chi legge.

Sembra, arrivando alla conclusione, di essere stati con Adelaida a Recanati, nella casa sul cortile di Sant'Agostino, e di aver ascoltato dalla sua voce tutta la storia.

Grazie ancora Adrian.

con l'Associazione Quid
con l'Associazione Quid

Adrián N. Bravi è nato a Buenos Aires in una casa accanto al fiume Luján che si allagava spesso per via delle inondazioni. Ha vissuto in vari quartieri di Buenos Aires e alla fine degli anni '80 si è trasferito in Italia per proseguire i suoi studi in filosofia. Laureato all'Università degli Studi di Macerata, oggi lavora lì come bibliotecario. Esordisce nel 1999 come narratore in lingua spagnola con Río Sauce, ma poi sceglie di scrivere in italiano ed ha pubblicato: Restituiscimi il cappotto, (Fernandel, 2004); La pelusa, (Nottetempo, 2007); Sud 1982, (Nottetempo, 2008); Il riporto, (Nottetempo, 2011) con il quale è stato finalista al Premio Comisso nel 2012; L'albero e la vacca, (Feltrinelli, 2013) con il quale è stato vincitore del Premio Bergamo 2014; L'inondazione (Nottetempo, 2015), L'idioma di Casilda Moreira (Exòrma, 2019) e Il levitatore (Quodlibet, 2020) con il quale è stato finalista al Premio Comisso nel 2020. 

Per Nutrimenti ha pubblicato Verde Eldorado (2022) terzo classificato al Premio Letterario Internazionale Casinò di Sanremo - Antonio Semeria, nella sezione "Narrativa" e selezionato nella cinquina finalista del Premio Libri a 180° di Sant'Elpidio a Mare e - il libro di cui vi ho parlato in questo post e che vi invito a leggere - Adelaida (2024) con il quale entra nella dozzina del Premio Strega 2024, ed è finalista al Premio Comisso e al Premio Procida-Isola di Arturo-Elsa Morante

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